Pubblicazione del Rapporto sulla convergenza del 2012 predisposto dalla BCE
La Banca centrale europea (BCE) pubblica oggi il Rapporto sulla convergenza del 2012, che valuta i progressi compiuti da otto Stati membri dell’Unione europea (UE) nell’adempimento degli obblighi relativi alla realizzazione dell’Unione economica e monetaria (UEM).
Il rapporto, che ha per oggetto Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia, esamina se in tali paesi sia stato conseguito un alto grado di convergenza sostenibile sul piano economico (convergenza economica) e analizza la conformità con i requisiti di natura giuridica imposti alle banche centrali nazionali come condizione per divenire parte integrante dell’Eurosistema (convergenza legale). Nel valutare la sostenibilità della convergenza, si tiene conto inoltre del nuovo quadro per la governance economica rafforzata dell’UE e della solidità del contesto istituzionale in ciascun paese, anche in campo statistico.
Il rapporto presenta gli esiti seguenti.
Stabilità dei prezzi
Nel periodo di riferimento di 12 mesi, compreso fra aprile 2011 e marzo 2012, il valore di riferimento relativo al criterio della stabilità dei prezzi è stato pari al 3,1%, risultato ottenuto aggiungendo 1,5 punti percentuali alla media aritmetica semplice dei tassi di inflazione misurati sullo IAPC di Svezia (1,3%), Irlanda (1,4%) e Slovenia (2,1%) per i 12 mesi in questione. Nell’arco di tempo considerato tre dei paesi esaminati (Bulgaria, Repubblica Ceca e Svezia) hanno registrato tassi medi di inflazione sui dodici mesi inferiori al valore di riferimento. Negli altri cinque paesi tale parametro è stato ampiamente superato, malgrado la relativa debolezza del contesto economico nella maggioranza dei casi.
Condizioni di finanza pubblica
Alla data del rapporto tutti i paesi analizzati ad eccezione della Svezia sono oggetto di una decisione del Consiglio dell’UE sull’esistenza di un disavanzo eccessivo. Nel 2011 Bulgaria, Svezia e, grazie a misure una tantum, Ungheria hanno evidenziato un rapporto tra saldo di bilancio e PIL in linea con il valore di riferimento. Negli altri casi si sono registrati disavanzi superiori al 3% del PIL, ancorché in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Sulla base delle misure attualmente note, la Commissione europea prevede che nel 2012 l’incidenza del disavanzo sul PIL resti al di sopra del parametro del 3% soltanto in Lituania (al 3,2%).
In tutti i paesi considerati, salvo l’Ungheria, nel 2011 il rapporto debito pubblico/PIL si è collocato al di sotto del valore di riferimento del 60%. Secondo quanto anticipato dalla Commissione europea, tale quadro dovrebbe rimanere invariato nel 2012.
Tasso di cambio
Fra i paesi in rassegna, Lettonia e Lituania partecipano attualmente ai nuovi Accordi europei di cambio (AEC II), aderendovi da oltre due anni prima dell’esame della convergenza, e nessuna delle parità centrali delle rispettive monete è stata svalutata nell’arco di tempo considerato.
Tasso di interesse a lungo termine
Nel periodo di riferimento di 12 mesi, compreso fra aprile 2011 e marzo 2012, il valore di riferimento relativo al criterio del tasso di interesse a lungo termine è stato pari al 5,8%, risultato ottenuto aggiungendo 2 punti percentuali alla media, sui 12 mesi in questione, dei tassi di interesse a lungo termine sui titoli di Stato di Svezia (2,2%) e Slovenia (5,4%), due dei tre paesi che hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi. Il terzo, l’Irlanda, è stato escluso dal calcolo del valore di riferimento poiché i tassi di interesse a lungo termine sui titoli di Stato irlandesi non rappresentano attualmente un parametro adeguato per valutare i progressi verso la convergenza economica, tenuto conto degli elevati premi per il rischio specifici del paese richiesti nei mercati finanziari.
Nel periodo in rassegna, sei degli otto paesi esaminati (Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia) hanno registrato tassi di interesse a lungo termine in corrispondenza o al di sotto del valore di riferimento del 5,8% per il relativo criterio di convergenza. Soltanto in Ungheria e Romania i rendimenti sui titoli di Stato si sono portati al di sopra del parametro.
Convergenza legale
In nessuno degli otto paesi esaminati il quadro giuridico soddisfa appieno tutti i requisiti per l’adozione dell’euro previsti dai Trattati e dallo Statuto del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e della BCE. Nella totalità dei casi le legislazioni nazionali continuano a essere inconciliabili con i requisiti di indipendenza della banca centrale, in particolare sotto gli aspetti istituzionale, personale e finanziario. Inoltre, in tutti i paesi ad eccezione della Lituania si riscontrano incompatibilità per quanto riguarda il divieto di finanziamento monetario e l’integrazione sul piano giuridico delle rispettive banche centrali nell’Eurosistema.
Nel predisporre questo rapporto la BCE assolve l’obbligo, sancito all’articolo 140 del Trattato, di riferire al Consiglio dell’UE almeno una volta ogni due anni, o su richiesta di uno Stato membro dell’UE con deroga, “sui progressi compiuti dagli Stati membri con deroga nell’adempimento degli obblighi relativi alla realizzazione dell’Unione economica e monetaria”.
Sono al momento dieci gli Stati membri dell’UE che non partecipano ancora a pieno titolo all’UEM. Due di questi, Danimarca e Regno Unito, godono di uno status speciale definito nei protocolli allegati al Trattato; la redazione di rapporti sulla convergenza con riferimento a tali paesi è pertanto soggetta a richiesta da parte degli stessi.
Il Rapporto sulla convergenza del 2012 pubblicato dalla BCE è disponibile nel sito Internet della Banca.
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