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Fabio Panetta
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L’euro digitale: la nostra moneta ovunque e per ogni necessità

Dichiarazione introduttiva di Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE, dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo

Bruxelles, 23 gennaio 2023

La fase istruttoria del progetto relativo all’euro digitale è iniziata oltre un anno fa.

Sin dal suo avvio, lo stretto coinvolgimento del Parlamento europeo è stato prioritario per la BCE.

Nel corso del 2022, in questa Commissione abbiamo discusso regolarmente le principali opzioni tecniche esaminate[1]. I vostri contributi hanno fornito indicazioni preziose per il nostro lavoro; insieme con i riscontri ricevuti da altre controparti sia pubbliche sia private[2], essi hanno contribuito ai progressi compiuti nei mesi scorsi.

Queste interazioni sono essenziali per assicurare che la moneta pubblica (la moneta emessa dalla banca centrale) risponda alle preferenze e alle esigenze dei cittadini e delle imprese, in un contesto digitale in continua evoluzione.

Le abitudini di pagamento dei cittadini europei stanno mutando a una velocità senza precedenti: negli ultimi tre anni i pagamenti in contanti effettuati nell’area dell’euro sono diminuiti dal 72 al 59 per cento di quelli totali, mentre i pagamenti digitali si sono ulteriormente diffusi[3]. Nei Paesi Bassi e in Finlandia, ad esempio, il contante è utilizzato soltanto in un quinto delle transazioni. Al tempo stesso, i cittadini vogliono avere la possibilità di pagare con moneta pubblica. La maggior parte di essi considera importante o molto importante avere sempre a disposizione una tale opzione.

Grafico 1: I pagamenti digitali sono in ulteriore aumento, ma il contante rimane un’opzione importante

Fonte: Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE).

Un euro digitale risponderebbe a questa crescente domanda di pagamenti elettronici, rendendo disponibile la moneta pubblica in forma digitale. Insieme con il contante, un euro digitale offrirebbe ai cittadini europei l’accesso a un mezzo di pagamento che consentirebbe di pagare ovunque nell’area dell’euro, senza costi. La facilità di accesso e la convenienza del suo utilizzo favorirebbero l’adozione della nuova moneta, migliorando l’inclusione finanziaria.

Nel mio intervento odierno esaminerò come l’euro digitale potrebbe aiutarci a rendere disponibile la nostra moneta ovunque e per ogni necessità nell’area dell’euro[4].

Concluderò le mie osservazioni soffermandomi sul programma di lavoro per il 2023, durante il quale la BCE porterà a termine la fase istruttoria del progetto relativo all’euro digitale e la Commissione europea presenterà la sua proposta legislativa[5].

Una soluzione di pagamento digitale conveniente, che dia ai cittadini il controllo sul proprio denaro

La BCE è all’avanguardia tra le maggiori banche centrali nella progettazione di soluzioni di pagamento digitali per le transazioni sia al dettaglio sia all’ingrosso[6].

I pagamenti sono parte integrante della nostra vita quotidiana: di norma, tutti abbiamo con noi almeno uno o più strumenti di pagamento quali le monete, le banconote, una carta di credito o un telefono cellulare.

La priorità del progetto relativo all’euro digitale è da sempre chiara: preservare il ruolo della moneta emessa dalla banca centrale nei pagamenti al dettaglio, offrendo agli utenti l’opzione di utilizzarla anche laddove ciò non è oggi possibile, come ad esempio nel commercio elettronico.

L’euro digitale non sostituirebbe gli altri metodi di pagamento elettronici, né tantomeno il contante, ma si affiancherebbe ad essi. Esso contribuirebbe a salvaguardare la nostra sovranità monetaria e, al tempo stesso, a rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa.

Nelle versioni iniziali, l’accesso all’euro digitale verrebbe limitato ai residenti nell’area dell’euro: consumatori, imprese, commercianti e amministrazioni pubbliche[7].

L’euro digitale dovrebbe essere facilmente accessibile e utilizzabile nell’intera eurozona, al pari del contante. In base alle nostre analisi, uno “schema” di pagamento costituirebbe la soluzione più idonea per conseguire tali obiettivi[8]: definendo un insieme uniforme di regole, prassi e standard, uno schema consentirebbe infatti agli intermediari di sviluppare, sulla base dell’euro digitale, i propri prodotti e servizi.

Uno schema garantirebbe ai cittadini di poter avere sempre accesso a determinati servizi di base, indipendentemente dall’intermediario presso cui essi detengono un conto o un wallet[9].

L’euro digitale rappresenterebbe un bene pubblico. In linea con questa sua caratteristica, esso dovrebbe offrire ai cittadini un accesso gratuito ai servizi di base, quale ad esempio la possibilità di effettuare pagamenti tra persone, come avviene già oggi per i pagamenti in contanti[10].

In aggiunta a tali servizi di base, gli utenti potranno inoltre avvalersi di servizi aggiuntivi offerti dagli intermediari in base alle proprie strategie commerciali[11].

I pagamenti “condizionati” (o programmabili) sono spesso menzionati tra i possibili servizi innovativi, anche se il termine talora crea confusione e suscita timori.

I pagamenti condizionati consentono all’utente di definire le modalità con cui effettuare pagamenti in maniera automatica qualora siano verificate determinate condizioni stabilite in precedenza dallo stesso utente[12]. Egli potrebbe, ad esempio, decidere di impostare un pagamento mensile automatico in euro digitali al fine di pagare l’affitto della propria abitazione[13]. Il beneficiario del pagamento non avrebbe alcuna limitazione all’utilizzo del denaro ricevuto ogni mese.

Gli intermediari vigilati, dato il loro contatto diretto con gli utenti, rappresentano i soggetti più adatti a individuare le modalità con cui effettuare pagamenti condizionati e a individuare eventuali altri servizi avanzati di pagamento da offrire alla clientela[14].

Ma desidero essere chiaro: l’euro digitale non sarà una moneta programmabile. La BCE non fisserà alcuna limitazione su dove, quando o chi i cittadini potranno pagare con l’euro digitale. Se lo facessimo, staremmo offrendo un voucher. E le banche centrali emettono moneta, non voucher.

Siamo anche consapevoli della preoccupazione espressa da alcuni secondo cui un euro digitale potrebbe compromettere la riservatezza dei dati di pagamento personali.

Per quanto ci riguarda la nostra proposta sarà che la banca centrale non abbia accesso ad alcun dato personale degli utenti[15].

Dal punto di vista più generale, spetterà poi a voi, co-legislatori, stabilire l’equilibrio ottimale tra la protezione della privacy e il conseguimento di altri importanti obiettivi di natura pubblica, come il contrasto al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo e all’evasione fiscale o il rispetto di eventuali sanzioni. Nell’ambito della nostra attività di analisi, stiamo definendo soluzioni in grado di preservare la privacy per costruzione, come impostazione predefinita fin dalla fase di progettazione, riservando all’utente il pieno controllo sui propri dati di pagamento[16]. A tal fine stiamo collaborando strettamente con il Garante europeo della protezione dei dati e con il Comitato europeo per la protezione dei dati.

Usare un euro digitale facilmente e ovunque nell’area dell’euro

In quanto moneta della banca centrale, l’euro digitale rappresenterebbe un bene pubblico europeo, utilizzabile agevolmente e senza vincoli da parte di cittadini e imprese, indipendentemente dall’intermediario con cui essi intrattengono rapporti o dallo Stato in cui risiedono.

L’accesso e l’utilizzo universali sarebbero essenziali per conferire all’euro digitale il ruolo di àncora monetaria e per poter soddisfare le aspettative dei consumatori. I riscontri ricevuti dai cittadini[17] evidenziano il valore che essi attribuiscono alla possibilità di disporre di uno strumento che sia utilizzabile qualora si intenda effettuare un pagamento. I cittadini europei non pagano sempre in contanti, ma vogliono avere la possibilità di farlo ogni qual volta ne abbiano bisogno. La stessa logica si applica a un euro digitale.

Spetterà a voi, co-legislatori, adottare gli interventi normativi in grado di garantire una ampia accettazione dell’euro digitale nei pagamenti, assicurando al tempo stesso che i cittadini abbiano ampio accesso alla nuova moneta.

Queste due caratteristiche costituiscono condizioni necessarie per il successo dell’euro digitale, ma da sole non basteranno a garantirlo. La disponibilità di una vasta gamma di servizi e una elevata facilità d’uso da parte degli utenti sono anch’esse essenziali per assicurare una rapida e diffusa adozione dell’euro digitale.

Stiamo pertanto studiando come utilizzare l’euro digitale con modalità sia online sia offline. Sarebbero così disponibili servizi diversi[18], che offrirebbero molteplici benefici. Ad esempio, l’utilizzo offline[19] garantirebbe un livello di privacy simile a quello del contante. Esso rafforzerebbe inoltre la resilienza della nuova moneta, in quanto la renderebbe utilizzabile anche in assenza del collegamento a Internet.

Stiamo inoltre esaminando due diverse modalità per offrire un accesso agevole all’euro digitale.

Innanzitutto, gli intermediari vigilati potrebbero includere l’euro digitale nelle proprie piattaforme commerciali. Gli utenti potrebbero così accedervi facilmente, mediante l’applicazione o l’interfaccia bancaria che essi utilizzano abitualmente.

Stiamo inoltre studiando per l’euro digitale[20] una nuova app che includerebbe unicamente funzionalità di pagamento di base, anch’esse gestite dagli intermediari. L’app garantirebbe che l’euro digitale sia sempre disponibile e utilizzabile per pagare con modalità analoghe ovunque ci si trovi nell’area dell’euro.

Le prime versioni dovrebbero consentire di effettuare pagamenti contactless, con codici QR e con semplici modalità per effettuare operazioni online[21]. Con l’evolvere della tecnologia, altre forme di pagamento saranno rese disponibili in futuro. Per quanto riguarda l’hardware, gli utenti potrebbero pagare con telefoni cellulari, carte fisiche o con altri dispositivi quali gli smartwatch.

Al fine di garantire funzionalità e facilità d’uso per l’utente finale sarà necessaria una stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti: i gruppi di consumatori, che conoscono meglio di chiunque altro le esigenze di pagamento degli utenti; gli intermediari, in futuro deputati a offrire i servizi di pagamento alla clientela; i commercianti, anch’essi desiderosi di agevolare le modalità di pagamento per i propri clienti.

Abbiamo avviato la preparazione di un unico manuale di norme (rulebook) relative allo schema per l’euro digitale[22], al fine di offrire una soluzione armonizzata e di facile utilizzo ovunque nell’area dell’euro[23].

Il programma di lavoro per il 2023

Desidero concludere soffermandomi sul programma di lavoro per i prossimi mesi.

Nel 2023 continueremo la nostra fase istruttoria, coinvolgendo regolarmente questa Commissione nel nostro lavoro[24].

Insieme con la Commissione europea, stiamo analizzando un possibile schema di costi per l’utilizzo dell’euro digitale. In parallelo, stiamo esaminando tutte le caratteristiche tecniche sin qui individuate, al fine di condensarle in un disegno complessivo dell’euro digitale in primavera.

Stiamo concludendo la predisposizione dei prototipi[25]. Stiamo coinvolgendo gli operatori di mercato al fine di ottenere una panoramica delle opzioni disponibili per la progettazione tecnica di eventuali componenti e servizi dell’euro digitale[26].

Discuterò tutti questi temi con voi nei prossimi mesi, prima che il Consiglio direttivo approvi qualsivoglia opzione tecnica e di distribuzione.

In autunno la fase istruttoria giungerà al termine. Solo a quel punto il Consiglio direttivo della BCE deciderà se passare alla fase di realizzazione.

Grafico 2: Cronologia del progetto relativo all’euro digitale

Vorrei ribadire, ancora una volta, che il mero passaggio alla fase di realizzazione non implica l’emissione dell’euro digitale. Tale fase sarebbe volta a sviluppare e verificare le soluzioni tecniche e commerciali necessarie per fornire e distribuire l’euro digitale, se e quando una decisione circa la sua emissione sarà presa.

L’eventuale decisione del Consiglio direttivo di emettere un euro digitale sarebbe presa a uno stadio successivo e solo dopo che il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE avranno definito il necessario quadro normativo.

Il progetto dell’euro digitale è un’iniziativa genuinamente europea. Non ha natura unicamente tecnica. Esso ha una chiara valenza politica, in virtù delle sue vaste implicazioni di natura sociale. Tutti i responsabili delle politiche europee svolgeranno un ruolo importante, tenendo presenti i rispettivi ruoli e mandati. E dobbiamo sempre perseguire l’ampio sostegno dei cittadini europei.

Sono pertanto ben lieto di continuare la fruttuosa cooperazione con i co-legislatori europei. Sono personalmente impegnato a proseguire i regolari scambi sin qui effettuati con questa Commissione.

Sono ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.

  1. Si veda BCE (2022), Progress on the investigation phase of a digital euro, settembre; BCE (2022), Progress on the investigation phase of a digital euro – second report, dicembre; e BCE (2022), Letter from Fabio Panetta to Ms Irene Tinagli on progress on the investigation phase of a digital euro. Il primo rapporto tratta aspetti riguardanti il meccanismo di trasferimento, la privacy e gli strumenti per controllare la quantità di euro digitali in circolazione. Il secondo rapporto si incentra sui ruoli degli intermediari, su un modello di regolamento, sul conferimento e prelievo di fondi e su un modello di distribuzione per l’euro digitale.

  2. Per ulteriori informazioni sul coinvolgimento delle parti interessate e sulla gestione del progetto si invita a consultare il sito Internet della BCE.

  3. BCE (2022), “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE)”, dicembre. Per ulteriori informazioni, si veda anche BCE (2023), “Digital euro – stocktake”, presentazione all’Eurogruppo, 16 gennaio.

  4. Panetta, F. (2022), “Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  5. Ulteriori informazioni su questa proposta sono reperibili sul sito Internet della Commissione europea.

  6. Negli ultimi anni l’Eurosistema ha lavorato a una nuova piattaforma Target consolidata – un’infrastruttura complessa per offrire al mercato servizi potenziati e modernizzati – e ha inoltre sviluppato l’Eurosystem Collateral Management System, un sistema di gestione delle garanzie dell’Eurosistema che semplificherà i processi in cui sono coinvolte più giurisdizioni, inclusa la movimentazione di garanzie transfrontaliere. L’Eurosistema è anche impegnato ad assicurare che i servizi Target rimangano resilienti alle minacce cibernetiche, esaminando altresì se, in considerazione delle potenziali evoluzioni delle esigenze degli utenti dei suoi servizi di regolamento all’ingrosso, nuove tecnologie possano rendere più efficiente e sicuro il regolamento in moneta digitale di banca centrale all’ingrosso. In particolare, l’Eurosistema sta valutando il potenziale della distributed ledger technology (DLT) e la misura in cui tale tecnologia potrebbe migliorare i suoi servizi. Si veda anche Panetta, F. (2022), “Demystifying wholesale central bank digital currency”, intervento in occasione del simposio della Deutsche Bundesbank “Payments and Securities Settlement in Europe – today and tomorrow”, Francoforte sul Meno, 26 settembre.

  7. I non residenti, inclusi i visitatori, potrebbero anch’essi avere accesso alle prime versioni dell’euro digitale, a condizione che dispongano di un conto presso un fornitore di servizi di pagamento dell’area dell’euro. Versioni successive potrebbero abilitare l’accesso per i cittadini e le imprese nello Spazio economico europeo (SEE) e in selezionati paesi terzi. L’accesso permanente dovrebbe sempre essere basato su un accordo con le autorità della specifica giurisdizione.

  8. Panetta, F. (2022), “Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  9. I servizi di base per gli utenti finali includono la gestione degli utenti (apertura e chiusura di conto, attivazione e disattivazione di utenti, procedure di know your customer (letteralmente: “conosci il tuo cliente”), gestione degli strumenti di pagamento, collegamento delle disponibilità in euro digitali a un conto presso una banca commerciale e procedure di gestione del ciclo di vita dell’utente), la gestione della liquidità (conferimento e prelievo di fondi e opzioni di trasferimento automatiche) e la gestione delle transazioni (disposizione delle operazioni di pagamento, autenticazione e avvisi di conferma o rifiuto). Per maggiori informazioni, si veda Comitato europeo per i pagamenti al dettaglio in euro (2022), Core, optional and value-added services for the digital euro, dicembre.

  10. Si veda BCE (2020), Report on a digital euro, ottobre. L’ambito dei servizi di base per l’euro digitale deve ancora essere definito, ma dovrebbe essere analogo ai servizi di base che gli enti creditizi sono chiamati a fornire ai sensi della Direttiva sui conti di pagamento (Payment Accounts Directive, PAD). Potrebbe quindi includere servizi come l’apertura gratuita di wallet/conti in euro digitali, i pagamenti da persona a persona, nonché il conferimento e prelievo di fondi sui conti/wallet in euro digitali.

  11. Esempi di questi servizi aggiuntivi includono: 1) un servizio di informazione sui conti, che consentirebbe a una parte terza di integrare informazioni sull’euro digitale nei propri servizi di informazione sui conti, fornendo così agli utenti finali una panoramica complessiva in qualsiasi momento della propria situazione finanziaria per le posizioni detenute presso intermediari diversi; 2) pagamenti ricorrenti, che faciliterebbero il pagamento di servizi continuativi (ad esempio bollette delle utenze o abbonamenti a servizi digitali); 3) pagamenti pay-per-use (in base all’utilizzo effettivo), abilitati tramite pre-autorizzazione, che renderebbero possibili modalità di pagamento in cui l’importo non è noto ma i fondi devono essere riservati finché l’importo definitivo è autorizzato dal consumatore (ad esempio quando si paga un rifornimento di benzina alla pompa); 4) un servizio di disposizione delle operazioni di pagamento, che consentirebbe ai fornitori di servizi di pagamento che non detengono i conti in euro digitali degli utenti finali di avviare un’operazione di pagamento.

  12. Sarà comunque sempre una scelta dell’utente decidere se utilizzare i pagamenti condizionati ed eventualmente quali condizioni applicare ai propri pagamenti.

  13. Altri esempi di pagamenti condizionati includono: 1) un’opzione di pagamento alla consegna, in cui l’istruzione di pagamento è attivata da una parte terza diversa dall’ordinante o dal beneficiario, ad esempio il servizio postale responsabile della consegna di un prodotto che l’ordinante ha acquistato online; 2) un rimborso automatico, in cui all’acquisto di un prodotto sovvenzionato la richiesta di pagare l’importo sovvenzionato verrebbe inviata automaticamente dal commerciante alla società o autorità che lo sovvenziona; oppure 3) servizi pay-per-use (si veda la nota 11).

  14. L’Eurosistema può supportare lo sviluppo di questi servizi su iniziativa degli operatori di mercato tramite la definizione di standard nel manuale di norme (rulebook) relativo allo schema e/o fornendo le necessarie funzionalità di back-end per consentire l’erogazione di tali servizi da parte degli intermediari. Ad esempio, la possibilità di riservare fondi in euro digitali potrebbe essere abilitata nell’infrastruttura di back-end.

  15. Per maggiori informazioni sulle opzioni fondamentali in materia di privacy, si rimanda a Panetta, F. (2022), “Il giusto equilibrio per un euro digitale al servizio dei cittadini”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 30 marzo, e BCE (2022), “Digital euro – Privacy options”, presentazione all’Eurogruppo, 4 aprile.

  16. Ibid.

  17. Questi riscontri si applicano sia all’euro digitale che al contante. Si veda Kantar Public (2022), Study on New Digital Payment Methods, marzo, e BCE (2022), Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE), dicembre.

  18. Per ulteriori informazioni sui vari utilizzi, si veda Panetta, F. (2022), “Il giusto equilibrio per un euro digitale al servizio dei cittadini”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 30 marzo.

  19. I pagamenti offline sono operazioni in cui l’ordinante e il beneficiario non sono collegati a Internet e devono trovarsi in prossimità fisica, come quando si paga con il contante. Una funzionalità offline consentirebbe all’utente di essere il solo ad avere conoscenza delle proprie disponibilità, dell’importo della transazione e del proprio saldo. Il legislatore dell’Unione europea avrà il compito di assicurare che tale funzionalità sia resa possibile nella legislazione pertinente.

  20. Un’app per tutta l’area dell’euro con un aspetto grafico omogeneo faciliterebbe un approccio standardizzato per connettere gli utenti finali agli intermediari. L’app consentirebbe la disposizione degli ordini di pagamento da parte degli intermediari per gli utilizzi prioritari. L’obiettivo di fondo di rendere disponibile una tale app sarebbe quello di fornire al mercato un prodotto con i requisiti minimi già sviluppati, affinché gli intermediari – anche i più piccoli che potrebbero non voler sostenere il costo della creazione di una propria interfaccia di pagamento – possano svolgere il proprio ruolo nella distribuzione di un euro digitale. Al tempo stesso l’app risponderebbe alle preferenze di alcuni utenti finali che hanno chiesto di poter disporre di un canale di accesso indipendente con funzionalità di base, come espresso dalle associazioni di consumatori e dalle indagini di mercato. Si vedano, ad esempio i riscontri ricevuti dalle associazioni di consumatori in occasione della 4a sessione tecnica sull’euro digitale del Comitato europeo per i pagamenti al dettaglio in euro (Euro Retail Payments Board, ERPB). Il duplice approccio con un’opzione integrata e un’app per l’euro digitale darebbe i migliori risultati in termini di valore per gli utenti finali, che avrebbero più scelta. Lo stesso vale per gli intermediari, che potrebbero creare le proprie soluzioni integrate e attrarre clienti tramite servizi a valore aggiunto, e al tempo stesso verrebbe in generale assicurata la rapidità dei tempi tecnici (time to market) per l’euro digitale. Sarebbe inoltre rafforzata la posizione dell’euro digitale quale soluzione di pagamento che supporta l’obiettivo di garantire la funzione di àncora monetaria e la diffusione in tutta l’area dell’euro.

  21. In termini di opzioni tecnologiche per la disposizione delle operazioni di pagamento, la BCE ha considerato idee specifiche per affrontare gli impieghi prioritari, in applicazione anche degli obiettivi chiave per l’euro digitale. La BCE darebbe la priorità all’utilizzo di codici QR per tutti gli impieghi (da persona a persona, nel commercio elettronico e nei punti di vendita fisici), della funzionalità “alias/proxy” per gli impieghi da persona a persona e nel commercio elettronico (incluso il reindirizzamento da app ad app) e della connessione NFC (near-field communication) per l’impiego nei punti di vendita fisici.

  22. Come comunicato in una lettera all’On. Irene Tinagli, la BCE ha nominato un responsabile del manuale di norme (rulebook) nel dicembre del 2022. La BCE ha anche pubblicato un invito agli operatori di mercato a partecipare al Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme nel gennaio del 2023. La finalità del Gruppo è quella di coadiuvare la redazione del manuale di norme dello schema, raccogliere i contributi del mercato e acquisire una prospettiva del settore.

  23. Panetta, F. (2022), “Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  24. Si veda BCE (2022), Letter from Fabio Panetta to Ms Irene Tinagli on progress on the investigation phase of a digital euro.

  25. Lo sviluppo di un prototipo è un’attività di apprendimento in un ambiente sperimentale. La BCE sta effettuando test per determinare in quale misura le funzionalità di back-end dell’Eurosistema – ossia l’infrastruttura di regolamento che assicura la registrazione dei trasferimenti e delle posizioni in euro digitali – può essere integrata agevolmente nelle esistenti soluzioni di pagamento front-end a disposizione del pubblico. Come menzionato in una lettera all’On. Irene Tinagli, la BCE ha pubblicato un pacchetto di integrazione tecnica e l’ha anche messo a disposizione di tutte le imprese dell’area dell’euro nel dicembre del 2022. La BCE pubblicherà inoltre gli esiti dell’esercizio di sviluppo di prototipi nel secondo trimestre del 2023.

  26. Come preannunciato in una lettera all’On. Irene Tinagli, la BCE ha invitato le parti pertinenti a partecipare a una ricerca di mercato finalizzata a valutare le opzioni per le caratteristiche tecniche delle componenti e dei servizi possibili per un euro digitale. La partecipazione alla ricerca di mercato non sarà remunerata e non inciderà sull’idoneità a prendere parte a future procedure di appalto relative a un euro digitale o a qualsiasi altra procedura di appalto, né implicherà una qualsivoglia preselezione per una potenziale successiva gara di appalto. La BCE intende pubblicare gli esiti della ricerca di mercato nel secondo trimestre del 2023.

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